martedì 7 gennaio 2014

Sinodo sulla famiglia. Domande e risposte


Il 7 gennaio da tutte le diocesi italiane arriveranno in Vaticano le sintesi delle risposte dei fedeli alle domande per il Sinodo sulla famiglia. Alta partecipazione anche in Svizzera e Germania

 

 

 

L'ora X scocca il 7 gennaio. In Italia c'è stata una capillare diffusione  attraverso i consigli pastorali e presbiterali, i vicariati, la Consulta delle aggregazioni laicali, il Forum delle famiglie, i medici e giuristi cattolici.  Per martedì tutte le 226 dio­cesi ita­liane avranno recapitato alla Cei le loro sintesi delle risposte dei fedeli ai questionari per il Sinodo sulla famiglia. E da lì arriveranno in Vaticano. In ogni diocesi, assicurano alla Conferenza episcopale, i 38 quesiti sono stati discussi nelle parrocchie, nei consigli pastorali e nei coordinamenti delle associazioni laicali. Un'ampia riflessione messa nero su bianco nelle diocesi  e che esprime la realtà del cattolicesimo alle prese con le "sfide" di una società in continuo mutamento. Intanto la Cei prepara una campagna "virale" di comunicazione sui nuovi media con frasi-simbolo del cattolicesimo. Il sottosegretario e portavoce della Cei,Domenico Pompili, respinge al mittente le critiche di chi ritiene che la Chiesa Italiana non abbia accolto con spirito di collaborazione l'iniziativa della Segreteria del Sinodo (approvata da Papa Francesco) di una consultazione sui temi più scottanti della pastorale familiare, compresa la questione della comunione negata ai divorziati risposati e le coppie gay.  (Fonte:http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/cei-cei-cei-sinodo-synod-sinodo-31067/


Questionario preparatorio del Sinodo sulla Famiglia (ottobre 2014)

Sulla diffusione della Sacra Scrittura e del Magistero della Chiesa sulla famiglia


1.      Qual è la conoscenza reale degli insegnamenti della Bibbia, dell'(enciclica) “Gaudium et Spes”, della “Familiaris consortio” e di altri documenti del magistero postconciliare (Vaticano II) sul valore della famiglia secondo la Chiesa cattolica? Qual è la formazione dei nostri fedeli per la vita familiare in base agli insegnamenti della Chiesa? I documenti citati non considerano gli attuali fattori disgreganti della famiglia. Al contrario la ”Humanum genus” di Leone XIII affronta tematiche di grande attualità:

«esiste nel matrimonio, per unanime consenso dei popoli e dei secoli, un carattere sacro e religioso: oltreché per legge divina l'unione coniugale e indissolubile. Or se questa unione si dissacri, se permettasi giuridicamente il divorzio, la confusione e la discordia entreranno per conseguenza inevitabile nel santuario della famiglia, e la donna la sua dignità, i figli perderanno la sicurezza d'ogni loro benessere».

  Alla domanda si può rispondere con altra domanda: qual è la conoscenza reale della Chiesa circa le Prassi giudiziarie italiane, che nei procedimenti di separazione coniugale escludono uno dei genitori dalla cura filiale, sulla base di valutazioni che nulla hanno a che fare col Magistero citato? Quale è l’ascolto verso i genitori vittime di false accuse strumentali volte alla loro esclusione dalla cura filiale? Cosa ne sanno di PAS (Sindrome da alienazione parentale)? (LINK)

2.      Laddove l'insegnamento della Chiesa è conosciuto, è accettato integralmente? Ci sono difficoltà a metterlo in pratica? Quali? La realtà è dicotomica e la Chiesa lo sa. Da un lato si osserva la inamidata accettazione teorica dei princìpi del Magistero (unità del matrimonio etc…), dall’altro si assiste, da parte degli stessi cattolici inamidati, a un servile asservimento allo “spirito del tempo”, allo Zeitgeist dettato dai mezzi di comunicazione,  che nei fatti contraddice i precetti formali, nel nome di una falsa giustizia, di un falso "interesse dei minori" e di una menzogna travestita da verità. Le separazioni coniugali (in Italia un matrimonio su tre fallisce e pertanto una famiglia su tre fallisce, il che equivale a circa 80.000 casi annui,  LINK) sono il luogo in cui si consumano le ingiustizie (articolo: una società senza padri).

3.      Com'è diffuso l'insegnamento della Chiesa nel contesto dei programmi pastorali in ambito nazionale? Diocesano, parrocchiale? Che catechesi si fa sulla famiglia? La catechesi ha abbassato la guardia. In nome di una pacifica convivenza, i giornali, la TV, i mass media fanno passare come normali le più aberranti anomalie, tra le quali l’impossibilità per molti padri separati di agire come padri effettivi, di educare i figli, di essere presenti. Le calunnie, le false accuse di violenza, le false accuse di stalking sono un mezzo preziosissimo con cui una inamidata generazione cattolica, in nome di una propria presunta “esclusività” o superiorità genitoriale, ha estromesso ed estromette il/la coniuge dalla cura filiale. La Chiesa NON ha arginato il fenomeno. La Chiesa ha taciuto. La Chiesa è stata complice del silenzio. La parola “separato” è un tabù. Come ebbe a scrivere Ratzinger:“Un Gesù che sia d’accordo con tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù come lo mostra la Scrittura, ma una sua miserabile caricatura (J. Ratzinger)”.(LINK)

4.      In quale misura – concretamente su quali aspetti – questo insegnamento è realmente conosciuto, accettato, rifiutato e/o criticato in ambienti extraecclesiali? Quali sono i fattori culturali che ostacolano la piena ricezione dell'insegnamento della Chiesa sulla famiglia? Schooyans, prete della Pontificia accademia delle scienze sociali,  scrive ("Idoli della modernità", Schooyans): “In portoghese esiste un’espressione molto incisiva per dirlo: “fare la testa di qualcuno”. E’ possibile fare la testa di qualcuno, raggirarlo, fargli il lavaggio del cervello. La ragione di un individuo può essere annullata e raggirata. A quel punto voi potete imbottirgli il cervello di idee incoerenti e assurde.”. La cultura attualmente propugnata in Italia sulla famiglia e in particolare sul rapporto tra uomo e donna è a senso unico. Lo Zeitgeist è imperante. Sono le stesse cattolicissime credenti ad essere imbevute dalla nuova cultura, e ad accettare ben volentieri il modello di famiglia monofamiliare "pro domo sua"(LINK da "LA BUSSOLA QUOTIDIANA), a discapito del/la coniuge. Focalizzarsi sugli "ambienti extraecclesiali" significa dimenticarsi delle tare di quelli ecclesiali. Altro che tema delle unioni civili! Si pensi alle unioni incivili tra inamidati cattolici, dove persone battezzate e baciapile non esitano a estromettere il coniuge dalla cura filiale!

5.      Che posto occupa il concetto di legge naturale nella cultura civile, sia in ambito istituzionale, educativo e accademico che in ambito popolare? Quali ottiche antropologiche si sottintendono in questo dibattito sul fondamento naturale della famiglia? La questione del fondamento naturale della famiglia è stata by-passata civilmente 40 anni fa (legge sul divorzio) ed è attualmente priva di significato, se si considera che i figli delle coppie separate (il 30% dei matrimoni ovvero il 30% delle famiglie fallisce, 80.000 casi annui) sono condannati dal sistema giudiziario Italiano a trascorrere l’85% del tempo con un genitore (generalmente la madre) e solo il 15% rimanente con l’altro genitore (generalmente il padre). E’ inutile parlare astrattamente e pubblicamente di concetti quando nei fatti è lo stesso popolo cattolico a rifiutarli, nella realtà privata delle separazioni coniugali. Alla domanda bisogna rispondere con altra domanda: che posto occupa l’ascolto della Chiesa alla problematiche dei padri-clochard o dei padri-bancomat o dei padri falsamenti accusati? Quale è la predicazione che promana dai pulpiti (si legga l'omelia di mons. Vingt-Trois)? Perchè la Chiesa è complice del silenzio?

6.      Il concetto di legge naturale in relazione all'unione tra l'uomo e la donna è comunemente accettato come tale da parte dei battezzati in generale? Vedere risposta n.2

7.      Com'è contestata nella pratica e nella teoria la legge naturale sull'unione tra uomo e donna in vista della formazione di una famiglia? Come viene proposta e approfondita negli organismi civili ed ecclesiali? Vedere risposte n.2 e n.5

8.      Nel caso in cui chiedano il matrimonio i battezzati non praticanti o quanti si dichiarano non credenti, come affrontare le sfide pastorali che ne derivano? Vedere risposta n.18.

9.      Quali sono le esperienze sorte negli ultimi decenni in ordine alla preparazione al matrimonio? In che modo si è cercato di stimolare il dovere di evangelizzazione degli sposi e della famiglia? In che modo promuovere la coscienza della famiglia come “Chiesa domestica”? Vedere risposta n.4

10.  Si è riusciti a proporre stili di preghiera in famiglia che riescano a resistere alla complessità della vita e della cultura attuali? Vedere risposta n.4

11.  Nella crisi attuale tra generazioni, le famiglie cristiane hanno saputo realizzare la propria vocazione di trasmissione della fede? Vedere risposta n.4

12.  In che modo le Chiese locali e i movimenti di spiritualità familiare hanno saputo creare cammini esemplari? Vedere risposta n.4

13.  Qual è l'apporto specifico che coppie e famiglie sono riuscite a dare riguardo alla diffusione di una visione integrale della coppia e della famiglia cristiana che sia attualmente credibile? Vedere risposta n.4

14.  Che attenzione pastorale ha manifestato la Chiesa per sostenere il cammino delle coppie in formazione e delle coppie in crisi? Non è la Chiesa ad accompagnare oggi i fedeli delle coppie in crisi in Italia: sono gli psicologi, neuropsichiatri, educatori, esperti vari. Tutti ben pagati.Ognuno con una teoria sua, barcollante e precaria, ma che determina il futuro delle famiglie. Il caos.... D'altro canto S.Paolo scriveva (2Tm, 4,3) "Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole"

4.- Sulla pastorale per affrontare alcune situazioni matrimoniali difficili

15.  La convivenza “ad experimentum” (sperimentale) è una realtà pastorale di rilievo nella Chiesa particolare (locale)? In quale percentuale si potrebbe stimare a livello numerico? Vedere risposta n.18

16.  Esistono unioni libere di fatto, senza riconoscimento né religioso né civile? Ci sono dati statistici affidabili? Vedere risposta n.18

17.  I separati e i divorziati risposati sono una realtà pastorale rilevante nella Chiesa particolare? In che percentuale si potrebbe stimare a livello numerico? Come si fa fronte a queste realtà attraverso programmi pastorali adatti? (leggere articolo)

18.  In tutti questi casi, come vivono i battezzati le loro irregolarità? Ne sono consapevoli? Manifestano semplicemente indifferenza? Si sentono emarginati e vivono con sofferenza l'impossibilità di ricevere i sacramenti? La maggior sofferenza, per i credenti separati coniugalmente, non è nella dimensione sacramentale, nè nella presunta "irregolarità", quanto invece nel fatto di essere stati estromessi loro malgrado dalla cura filiale, da affetti ed effetti. E ciò attraverso un sistema giudiziario discutibile, corroborato e sostenuto dalle cattolicissime ex-spose/compagne/conviventi (ma anche talvolta il contrario), sistema tacitamente autorizzato dal silenzio colpevole dei pulpiti ecclesiastici. Semmai gli "irregolari" sono coloro che, complici del silenzio, predicano un "Cristo d'accordo con tutti" e istituzionalizzano in tal modo il malessere di molti (i nostri figli innanzitutto: PAS). 

19.  Quali sono le richieste che le persone divorziate e risposate rivolgono alla Chiesa a proposito dei sacramenti dell'Eucaristia e della Riconciliazione? Tra le persone che si trovano in queste situazioni, quante chiedono questi sacramenti? (vedere risposta n.18)

20.  Lo snellimento della prassi canonica in ordine al riconoscimento della dichiarazione di nullità del vincolo matrimoniale potrebbe offrire un reale contributo positivo alla soluzione delle problematiche delle persone coinvolte? E se sì come? (vedere risposta n.18)

21.  Esiste una pastorale per venire incontro a questi casi? Come si sviluppa questa attività pastorale? Esistono programmi su questo in ambito nazionale e diocesano? Come viene annunciata ai separati e ai divorziati risposati la misericordia di Dio e come viene messo in atto il sostegno della Chiesa al loro cammino di fede? (vedere risposta n.18)

5.- Sulle unioni di persone dello stesso sesso... (non viene data risposta a questi punti, perché le questioni sono ben altre LINK…) Il rischio è "filtrare il moscerino per trangugiare il cammello".

22.  Esiste nel vostro Paese una legge civile che riconosca le unioni di persone dello stesso sesso equiparate in qualche modo al matrimonio?

23.  Qual è l'atteggiamento delle Chiese particolari e locali sia di fronte allo Stato civile promotore di unioni civili tra persone dello stesso sesso che di fronte alle persone coinvolte in questo tipo di unione?

24.  Quale attenzione pastorale è possibile avere nei confronti delle persone che hanno scelto di vivere secondo questo tipo di unioni?

25.  Nel caso di unioni di persone dello stesso sesso che abbiano adottato bambini come comportarsi pastoralmente in vista della trasmissione della fede?

6.- Sull'educazione dei figli in situazioni matrimoniali irregolari... (Risposta unica: anziché riferirsi a situazioni statisticamente minoritarie, la Chiesa dovrebbe porre orecchio a problemi ben più significativi e a problematiche ben più pregnanti, come discusso qui) IL RISCHIO é FILTRARE IL MOSCERINO E TRANGUGIARE IL CAMMELLO (Mt 15, 10-14)

26.  Qual è in questi casi la proporzione stimata di bambini e adolescenti in relazione ai bambini nati e cresciuti in famiglie regolarmente costituite? Vedere risposta n.18

27.  Con quale atteggiamento i genitori si rivolgono alla Chiesa? Cosa chiedono? Solo i sacramenti o anche la catechesi e l'insegnamento in generale della religione? Vedere risposta n.18

28.  In che modo le Chiese particolari si avvicinano alla necessità dei genitori di questi bambini per offrire un'educazione cristiana ai propri figli? (Ecco che si filtra il moscerino e si trangugia il cammello...)

29.  Come si sviluppa la pratica sacramentale in questi casi: la preparazione, l'amministrazione del sacramento e l'accompagnamento?(Ecco che si filtra il moscerino e si trangugia il cammello...)

7.- Sull'apertura degli sposi alla vita...(A queste domande non viene data risposta: il dramma attuale per molti credenti, dopo essersi aperti alla vita, è vedere la propria MORTE “istituzionale” come padri/mariti LINK)

30.  Qual è la conoscenza reale che i cristiani hanno della dottrina dell'(enciclica) “Humanae Vitae” sulla paternità responsabile? Che consapevolezza c'è della valutazione morale dei vari metodi di regolazione delle nascite? Che approfondimenti si potrebbero suggerire su questo dal punto di vista pastorale?

31.  La dottrina morale è accettata? Quali sono gli aspetti più problematici che rendono difficile la sua accettazione nella maggior parte delle coppie?

32.  Quali metodi naturali si promuovono da parte delle Chiese particolari per aiutare i coniugi a mettere in pratica la dottrina della “Humanae vitae”?

33.  Che esperienza c'è su questa questione nella prassi del sacramento della penitenza e nella partecipazione all'Eucaristia?

34.  Che contrasti si evidenziano tra la dottrina della Chiesa e l'educazione civile a questo riguardo?

35.  Come promuovere una mentalità maggiormente aperta alla natalità? Come favorire l'aumento delle nascite?

36.  Gesù Cristo rivela il mistero e la vocazione dell'uomo: la famiglia è un luogo privilegiato perché ciò accada? La separazione sicuramente lo è, come triste esperienza di calvario (leggi articolo)

37.  Quali situazioni critiche della famiglia nel mondo attuale possono costituire un ostacolo all'incontro della persona con Cristo? Vedere risposta n.

38.  In che misura la crisi di fede che possono subire le persone incide sulla loro vita familiare?

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9.- Altre sfide e proposte

39 Esistono altre sfide e proposte rispetto ai temi trattati in questo questionario che siano considerate urgenti o utili dai destinatari? (LINK) 



Addictum:
aggiungo  una tabella del rapporto "FALSE PARTENZE" della caritas (2014), che conferma come la attuale disparità di trattamento nelle separazioni porti ad una sostanziale "soddisfazione" per le persone del sesso femminile, a discapito dei padri italiani. Attendiamo  i disastri che questa scellerata "soddisfzione" comporterà sui nostri figli.











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