venerdì 29 marzo 2013

Il calvario. Versione Italia






Oggi il mondo cristiano fa memoria della sofferenza di un Uomo.

Memoria di una sofferenza del passato, che si rinnova.

Si rinnova nel ricordo, nei ricordi, nella realtà.

Con una diversa intensità rispetto alla Passione di Cristo, il Calvario si rinnova anche nell'Italia del 2013. Con altri mezzi, con altre vie.

Molti padri, a cui sono negate la quotidianità dei contatti con i figli,  oggi si sentiranno vicini alla narrazione delle Sacre Scritture.
Rinnoveranno molti momenti della propria vicenda di separazione.
Rinnoveranno i sentimenti umani, che hanno vissuto e  che sono taciuti, omessi e disconosciuti dalle stesse autorità.

Rinnoveranno il momento in cui, magari del tutto ignari, lessero l’istanza di separazione coniugale, avanzata dalla proprie cattoliche mogli, infiorettate da false accuse strumentali [«Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre».]

Rinnoveranno il momento in cui i sacri tribunali italici hanno sentenziato la loro innocenza, [«Non trovo nessuna colpa in quest'uomo»],
ma, a causa dell’insistenza delle cattoliche mogli-madri-addolorate, [Ma essi insistevano: «Costui solleva il popolo, …],
rinviavano il giudizio ad altro tribunale, Procura, o tribunale dei minorenni [Pilato…saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode].

Rinnoveranno il ricordo di quando, rinviati di fronte al Procuratore per rispondere di false accuse strumentali [lo condussero davanti al Sinedrio]
rimandati di fronte al tribunale dei Minorenni per scagionarsi di fronte alle insistenze delle cristiane mogli, ormai privati degli affetti dei figli e degli effetti della vita, venivano deferiti ancora ai tribunali civili [Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato].

Ricordenanno i giorni in cui i consessi di psicologi e psichiatri [Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio]
hanno riconosciuto e sancito le loro capacità genitoriali. [«Mi avete portato quest'uomo come sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate;e neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato»]

Ma nonostante questo, per l’insistenza e la durezza del cuore, [Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano.]
hanno dovuto subire sentenze che rispecchiano più i viscerali interessi di chi li accusava che la Giustizia. [Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita.]

E’ un calvario per molti. E’ un calvario silenzioso 
 Facciamo memoria.

lunedì 25 marzo 2013

Ikea e la voglia di papà

VIDEO


Basta poco per ripartire!

Spot edulcorato?
Rappresentazione lontana dalla realtà?
E i padri con le "pezze al culo" che chiedono interventi della caritas diocesana?
E la madri che ben si oppongono alle visite dei figli con il padre, strenuamente e stoicamente?
E che dicono le psicologhe delle nostre italiche ASL, di questo padre che prepara una cenetta al lume di candela per la figlia? Che è malato, disturbato, mezzo-pedofilo?
E che dicono i giudici, nel vedere (qual meraviglia!), che anche una madre può condurre la figlia a casa del papà e non sempre il contrario? Si scandalizzeranno, forse faranno ritornare in auge il mantra del bambino-pacco-postale? 

Uno spot può molto, soprattutto può superare molti silenzi, molte omissioni, molte ipocrisie!

Sarà anche edulcorata, ma la realtà ben espressa è l'affetto paterno per il propio figlio o figlia!
L'affetto per l'ex-coniuge può attendere!









giovedì 21 marzo 2013

Lexicon



AL VOLUME:

"Lexicon. Termini ambigui e discussi
su famiglia, vita e questioni etiche"

 
Il Lexicon contempla una varietà di possibilità, come suggerito dal titolo completo.


(...)


Esistono numerose espressioni, in uso nei Parlamenti e nei fori mondiali, che possono occultare il loro reale contenuto e significato, e che sono perfino utilizzate senza che politici e parlamentari ne abbiano una piena consapevolezza e, in alcuni casi, per la mancanza di una completa formazione filosofica, teologica, giuridica, antropologica ecc. Ciò ostacola maggiormente la giusta comprensione di alcuni concetti. Vorremmo che il Lexicon costituisse un sussidio in questi casi e suscitasse l'interesse per una informazione seria e obiettiva e che stimolasse anche il desiderio di una formazione più approfondita in questo campo di frontiera tra varie scienze e discipline.
Il problema è accresciuto dalla mentalità imperante del positivismo giuridico, per il quale la bontà della legge non è più adeguata alla persona umana, integralmente concepita, ma la procedura concordata per la formulazione e accettazione della legge finisce per adeguarsi alla volontà della maggioranza. 

Si giunge così a una concezione della "verità politica" e di una democrazia che non saprà sottrarsi al concetto della legge come imposta dal più forte. 

[le lobbies di avvocati, giuristi, ASL e consulenti d'ufficio ben si oppone a separazioni veloci e non coflittuali. Leggere articolo]

Ci sono anche diversi concetti oscuri e di difficile comprensione, perché i contenuti stessi richiedono una paziente e serena precisazione. Ciò, naturalmente, si complica quando cresce la riluttanza ad accettare la legge naturale e a vincolare le leggi a un riferimento etico. Ovviamente, non possiamo porre al margine la ricchezza della fede che dà speciale profondità a ciò che la ragione può cogliere.

[la legge naturale dell'art. 16 della dichiarazione dei diritti dell'uomo è, nel diritto italiano, contraddetta dalle sentenze]

Molto opportuno è l'insegnamento del Catechismo della Chiesa cattolica: ""L'intima comunione di vita e di amore coniugale, fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie, è stabilita dal patto coniugale [...]. Dio stesso è l'autore del matrimonio" (GS 48). La vocazione al matrimonio è iscritta nella natura stessa dell'uomo e della donna, quali sono usciti dalla mano del Creatore. Il matrimonio non è un'istituzione puramente umana, malgrado i numerosi mutamenti che ha potuto subire nel corso dei secoli, nelle varie culture, strutture sociali e attitudini spirituali. Queste diversità non devono far dimenticare i tratti comuni e permanenti. Sebbene la dignità di questa istituzione non traspaia ovunque con la stessa chiarezza, esiste tuttavia in tutte le culture un certo senso della grandezza dell'unione matrimoniale, poiché "la salvezza della persona e della società umana e cristiana è strettamente connessa con una felice situazione della comunità coniugale e familiare" (GS 47)" (n. 1603).

[le separazioni italiane, 90000 casi annui, generano clochard e impongono ai figli una famiglia "monogenitoriale", con genitori "non collocatari" che sono costretti a lasciare alle spalle affetti ed effetti]
 
Non è intenzione di questa iniziativa combattere o andare contro istituzioni e persone e, ancor meno, fare imposizioni. Vorremmo piuttosto proporre, persuadere con amore, indirizzando verso la verità, con rispetto, con la speranza che si instauri e si rafforzi un dialogo fecondo. Non possiamo eludere la verità alla quale l'uomo ha diritto per poter respirare secondo una genuina libertà. Certe espressioni approfittano della scarsa informazione o dell'ingenuità di quelli che ne fanno uso, i quali, sedotti dall'ambiguità, non si rendono perfettamente conto dell'inganno. In tal modo si cerca di manipolare la stessa opinione pubblica, occultando aspetti sgradevoli o scioccanti della realtà o della verità. Poiché i termini coniati non sono propriamente innocenti, coloro che ne sono gli autori cercano di far progredire i metodi per ottenere i fini che essi desiderano raggiungere alterando il significato dei termini. Ciò per evitare un rifiuto che essi stessi vedono come un rischio normale.

[per alcuni termini familiaristici ambigui, leggere qui
 
L'astuzia nella ricerca di espressioni ambigue, raggiunge livelli preoccupanti. Si inizia a parlare di un linguaggio orwelliano. Il prestigioso scrittore George Orwell, in 1984, faceva la critica delle forme totalitarie nelle quali, a scopo di propaganda, certi termini ripetuti per suscitare riflessi condizionati sfuggivano alla chiarezza dell'intelligenza e finivano per assumere un significato contrario; ad esempio, schiavitù significa libertà, il male si identifica col bene, la menzogna con la verità.

[i padri separati, ne sanno qualcosa, di psico-idiozie dei tribunali e dei consulenti tecnici d'ufficio. D0latro canto alcuni se ne sono accorti, della truffa legalizzata. Leggere articolo sul "gran coglionatore"  ] 
 
Si è denunciato il fatto che uno dei sintomi più preoccupanti dell'offuscamento morale è la confusione dei termini che porta a livelli estremamente degradanti quando essi vengono utilizzati, con freddo calcolo, per ottenere un cambiamento semantico, cioè del significato delle parole, in una maniera artificiosamente pervasiva. Questa incredibile capacità di mutazione semantica, che mostra il vuoto di un'antropologia, si manifesta anche nei concetti dei "diritti", che diventano selettivi e capricciosi.

[segnalo il "glossario della genitorialità" del dirittoitalico, che assume toni davvero metafisici. Un meta-diritto, che confornde anzichè semplificare]

Non sempre è coerentemente riconosciuta l'universalità dei diritti; si fanno infatti delle "eccezioni", le quali negano lo spessore e l'integralità dei diritti, 



[segnalo la frode sull'art. 16 della dichiarazione dei diritti dell'uomo]

(...)

Nell'equivocità crescente si arriva anche a proporre nuovi diritti, non come conquista in temi prima non riconosciuti che meritano di essere presi in considerazione, ma come nuove forme di manipolazione. 

[i genitori separati riscontreranno che anche l'invenzione del genitore coosidetto collocatario è una manipolazione lessicale e una frode del diritto, che si traduce nel diniego del diritto alla bigenitorialità, sancito dalla legge italiana oggi in vigore]

A questo riguardo, è stato validamente affermato da p. Abelardo Lobato: "Presi separatamente, sembrano concetti affascinanti, ma non è una questione di novità ma più precisamente una propria diversità del linguaggio, con lo scopo di sottrarre alcuni diritti umani a ogni norma etica per relegarli nella privacy attraverso un linguaggio ambivalente che porta avanti idee e pratiche che contraddicono ciò che a prima vista significano. Un'espressione è manipolata, e camuffata per penetrare tutti gli ambienti attraverso i potenti mezzi di comunicazione. Esiste una separazione sempre più grande fra il pensiero, la realtà stessa, e la parola che esprime, la quale diventa oggetto di manipolazione. Alla fine vengono negate le tre cose che i termini sembrano affermare: la novità, i diritti, e "l'humanum". Per non offendere l'orecchio, si sostituiscono espressioni alternative

(...)


Soltanto nel principio cristiano lo spirito individuale personale assume essenzialmente valore infinito, assoluto; Dio vuole che si porti aiuto a tutti gli uomini. Nella religione cristiana si fece strada la dottrina secondo cui tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio, perché Cristo li ha chiamati alla libertà cristiana". E aggiunge: "Queste affermazioni fecero sì che la libertà diventasse indipendente dalla nascita, dalla condizione sociale, dall'educazione, ecc. [...]. Il sentimento di tale principio fermentò per secoli, per millenni, producendo i più giganteschi rivolgimenti" (3).

Ci sono alcuni termini, presenti dappertutto, che sono fonte di speciali difficoltà. È il caso del concetto di "discriminazione". L'equivocità è particolarmente pericolosa. Inizialmente suscita una reazione di simpatia: come non essere contro le discriminazioni? Questo sembra essere un effetto del rispetto dei diritti umani. Ma la prima e spontanea reazione favorevole cambia quando i contenuti concreti sono meglio esaminati. In nome della non-discriminazione nei Parlamenti vengono diffusi i progetti delle unioni di fatto, anche delle unioni omosessuali e lesbiche, e persino con la possibilità di adozione.

Un caso recente che meglio può illustrare il problema (e che è considerato concretamente) è quello del CEDAW. Tale sigla significa Convenzione sull'eliminazione delle discriminazioni contro le donne. C'è una evidente ostilità contro la famiglia, la quale rappresenterebbe un luogo di moderna schiavitù. Per cui, essere sposa e madre equivarrebbe a essere discriminata da coloro che sostengono i principi morali, ancorati ai veri diritti umani. E se direttamente non è invocato il "diritto" all'aborto, in forma subdola questa via non si esclude. Discretamente, senza fare chiasso, la possibilità sarà ripresa in altre forme, sia con l'interpretazione dei contenuti assai equivoci nella "salute riproduttiva", sia con il ricorso a strumenti abortivi, sia con l'introduzione di una nuova definizione dell'aborto, limitato al tempo posteriore e non dal concepimento all'annidamento dell'embrione. Ci troviamo di fronte a una bufera concettuale.

In alcuni casi le equivocità sono in realtà grossolane e più ampie. In nome dei diritti delle donne non soltanto l'aborto è stato presentato quale loro diritto, come se l'embrione fosse proprietà della madre e costituisse un'appendice, ma si è giunti a combattere la gravidanza come se si trattasse di una specie di malattia e il "nascituro" fosse un ingiusto aggressore. Si è arrivati così a parlare, per qualche tempo, del "vaccino anti-baby". Siamo nel pieno occhio del ciclone originato dal secolarismo e dal relativismo etico. Riguardo alla equivocità e alla verità nel linguaggio è ben noto il pensiero di Heidegger. L'equivocità non aiuta l'autenticità (4).
Il Santo Padre ha denunciato una "civiltà malata" da diversi punti di vista, poiché "la nostra società s'è distaccata dalla piena verità sull'uomo, dalla verità su ciò che l'uomo e la donna sono come persone" (5). Egli fa poi riferimento alla falsificazione prodotta da certi moderni strumenti di comunicazione sociale "soggetti alla tentazione di manipolare il messaggio, rendendo falsa la verità sull'uomo" (6). È in corso una pressione sistematica sull'opinione pubblica: "A volte sembra proprio che si cerchi in ogni modo di presentare come "regolari" e attraenti, conferendo loro esterne apparenze di fascino, situazioni che di fatto sono "irregolari"" (7). 


Di recente il Papa ha espresso la sua preoccupazione in occasione di un discorso rivolto a un gruppo di Vescovi del Brasile: "Una proposta pastorale per la famiglia in crisi presuppone, come esigenza preliminare, una chiarezza dottrinale, effettivamente insegnata nel campo della teologia morale, sulla sessualità e sulla valorizzazione della vita [...]. Alla base della crisi della famiglia si percepisce la rottura fra l'antropologia e l'etica, caratterizzata da un relativismo morale secondo il quale si valorizza l'atto umano, non in riferimento a principi permanenti e oggettivi, propri della natura creata da Dio, ma conformemente a una riflessione meramente soggettiva su ciò che è più conveniente al progetto personale di vita. Si produce pertanto un'evoluzione semantica in cui l'omicidio si chiama morte indotta, l'infanticidio aborto terapeutico e l'adulterio diviene una semplice avventura extramatrimoniale. Non avendo più una certezza assoluta nelle questioni morali, la legge divina diviene una proposta facoltativa nell'offerta variegata delle opinioni più in voga" (11).
Curiosamente, tante espressioni equivoche hanno la loro origine nell'idea che i cambiamenti siano esigenze della modernità, che è un termine anch'esso da chiarire. Ecco la descrizione che Thomas Mann offre della "modernità": "Uno dei caratteri del nostro tempo è la problematizzazione di ogni cosa, anche di quelle eterne, sacrosante, indispensabili e primordiali, divenute apparentemente impossibili, apparentemente scadute, oggigiorno, in modo irreversibile. [...] La libertà, l'individualismo, un rafforzato senso della personalità [...] l'idea del "diritto alla felicità", facilitano allo scontento, al desiderio di liberazione" (12).

[i genitori separati riscontreranno quanto è problematico doimostrare le capacità genitoriali; essere padre (o madre), o avere due genitori,  non è più un fatto eternmo sacrosanto, indispensabile e primordiale]
 
Da alcuni anni, il Pontificio Consiglio per la famiglia è andato osservando la scalata di quel processo che genera confusione. Già in Francia era noto il ricorso all'espressione "interruption de la grossesse", per non impiegare il termine "aborto". Alcuni anni fa, durante la celebrazione dell'Anno internazionale della famiglia, ebbe inizio il gioco delle interpretazioni con la messa in circolazione, dall'istanza coordinatrice delle Nazioni Unite, dell'uso del termine "famiglie" soltanto al plurale, e con riluttanza all'impiego di "famiglia" al singolare, al fine di porre dolorosamente un veto al modello di famiglia voluto da Dio nel suo progetto della Creazione: la famiglia fondata sul matrimonio, patrimonio dell'umanità. Così, sotto il termine "famiglie", potevano essere salvaguardate tutte le forme di unione, come famiglie "club", alle quali faceva riferimento Louis Roussel nel suo libro La famille incertaine (13), dove si negava l'istituzione naturale della famiglia e la si riduceva a semplici accordi o patti mutevoli in una prospettiva di "privatizzazione". Egli fu attivo ideologo dell'Anno internazionale della famiglia. In tale occasione, come si ricorderà, venne adottato il logo che riproduceva un tetto sotto il quale si univano due cuori, con una freccia lanciata verso l'infinito. In tal modo si indicava il futuro incerto della famiglia, la sua scomparsa nel futuro, che è stata spesso annunciata, sebbene non abbia maggiore fondamento nella realtà e nelle previsioni. Le stesse ideologie contro la famiglia hanno dovuto riconoscere questo fatto.

 La famiglia e la vita sono come poli inseparabili di una stessa realtà, di una stessa verità che è una buona novella, un vangelo: "Spetta altresì ai cristiani il compito di annunciare con gioia e convinzione la "buona novella" sulla famiglia, la quale ha un assoluto bisogno di ascoltare sempre di nuovo e di comprendere sempre più a fondo le parole autentiche che le rivelano la sua identità, le sue risorse interiori, l'importanza della sua missione nella Città degli uomini e in quella di Dio" (16). La famiglia e la vita sono letteralmente sotto il bombardamento di un linguaggio ingannevole, che non favorisce, ma offusca il dialogo tra gli uomini e i popoli. Senza la ricerca della verità, l'universo della libertà è contaminato e posto in grave pericolo. Non esiste libertà senza la verità.

(...)

Speriamo che questo Lexicon possa rappresentare uno strumento utile per la nobile e urgente causa della famiglia e della vita. Siamo consapevoli che il campo delle equivocità è grande e forse una prossima edizione potrebbe essere arricchita con nuove voci. In questo sforzo di chiarire le ambiguità attraverso una ricerca approfondita della verità, guidati dalla ragione e illuminati dalla fede, in totale obbedienza al magistero, il lettore troverà, come speriamo, i contenuti genuini e gli obiettivi che fanno parte della proclamazione del vangelo "sine glossa".
Festa dell'Immacolata Concezione, 8 dicembre 2002
ALFONSO Card. LÓPEZ TRUJILLO

mercoledì 20 marzo 2013

Gli idoli della modernità

Michel Schooyans, dottore in filosofia e in teologia. Professore emerito all'Università cattolica di Lovanio, ha scritto una ventina di opere tra filosofia politica, ideologie contemporanee e politiche relative alla popolazione. È membro dell'Accademia pontificia di Scienze Sociali (Roma), dell'Institut royal des relations internationales (Bruxelles), dell'Association pour la recherche et l'information démographique (Parigi) e del Population Research Institute (Washington). Ha partecipato a numerose missioni nel terzo mondo.



Il nuovo disordine mondiale 



Prefazione del Card. J. Ratzinger a: 

M. Schooyans, Nuovo disordine mondiale. La grande trappola per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità, Ed. San Paolo 2000. 
Sin dagli inizi dell'Illuminismo, la fede nel progresso ha sempre messo da parte l'escatologia cristiana, finendo di fatto per sostituirla completamente. 
La promessa di felicità non è più legata all'aldilà, bensì a questo mondo.
Emblematico della tendenza dell'uomo moderno è l'atteggiamento di Albert Camus, il quale alle parole di Cristo "il mio regno non è di questo mondo" oppone con risolutezza l'affermazione "il mio regno è di questo mondo". 
Nel XIX secolo, la fede nel progresso era ancora un generico ottimismo che si aspettava dalla marcia trionfale delle scienze un progressivo miglioramento della condizione del mondo e l'approssimarsi, sempre più incalzante, di una specie di paradiso; nel XX secolo, questa stessa fede ha assunto una connotazione politica. 
Da una parte, ci sono stati i sistemi di orientamento marxista che promettevano all'uomo di raggiungere il regno desiderato tramite la politica proposta dalla loro ideologia: un tentativo che è fallito in maniera clamorosa. 
Dall'altra, ci sono i tentativi di costruire il futuro attingendo, in maniera più o meno profonda, alle fonti delle tradizioni liberali. 
Questi tentativi stanno assumendo una configurazione sempre più definita, che va sotto il nome di Nuovo Ordine Mondiale; trovano espressione sempre più evidente nell'ONU e nelle sue Conferenze internazionali, in particolare quelle del Cairo e di Pechino, che nelle loro proposte di vie per arrivare a condizioni di vita diverse, lasciano trasparire una vera e propria filosofia dell'uomo nuovo e del mondo nuovo.
Una filosofia di questo tipo non ha più la carica utopica che caratterizzava il sogno marxista; essa è al contrario molto realistica, in quanto fissa i limiti del benessere, ricercato a partire dai limiti dei mezzi disponibili per raggiungerlo e raccomanda, per esempio, senza per questo cercare di giustificarsi, di non preoccuparsi della cura di coloro che non sono più produttivi o che non possono più sperare in una determinata qualità della vita. 
Questa filosofia, inoltre, non si aspetta più che gli uomini, abituatisi oramai alla ricchezza e al benessere, siano pronti a fare i sacrifici necessari per raggiungere un benessere generale, bensì propone delle strategie per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell'umanità, affinchè non venga intaccata la pretesa felicità che taluni hanno raggiunto. 
La peculiarità di questa nuova antropologia, che dovrebbe costituire la base del Nuovo Ordine Mondiale, diventa palese soprattutto nell'immagine della donna, nell'ideologia dell' "Women's empowerment", nata dalla conferenza di Pechino. 
Scopo di questa ideologia è l'autorealizzazione della donna: principali ostacoli che si frappongono tra lei e la sua autorealizzazione sono però la famiglia e la maternità. Per questo, la donna deve essere liberata, in modo particolare, da ciò che la caratterizza, vale a dire dalla sua specificità femminile. Quest'ultima viene chiamata ad annullarsi di fronte ad una "Gender equity and equality", di fronte ad un essere umano indistinto ed uniforme, nella vita del quale la sessualità non ha altro senso se non quello di una droga voluttuosa, di cui sì può far uso senza alcun criterio
Nella paura della maternità che si è impadronita di una gran parte dei nostri contemporanei entra sicuramente in gioco anche qualcosa di ancora più profondo: l'altro è sempre, in fin dei conti, un antagonista che ci priva di una parte di vita, una minaccia per il nostro io e per il nostro libero sviluppo. 
Al giorno d'oggi, non esiste più una "filosofia dell'amore", bensì solamente una "filosofia dell'egoismo". 
Il fatto che ognuno di noi possa arricchirsi semplicemente nel dono di se stesso, che possa ritrovarsi proprio a partire dall'altro e attraverso l'essere per l'altro, tutto ciò viene rifiutato come un'illusione idealista. E proprio in questo che l'uomo viene ingannato. In effetti, nel momento in cui gli viene sconsigliato di amare, gli viene sconsigliato, in ultima analisi, di essere uomo.
Per questo motivo, a questo punto dello sviluppo della nuova immagine di un mondo nuovo, il cristiano - non solo lui, ma comunque lui prima di altri - ha il dovere di protestare.
Bisogna ringraziare Michel Schooyans per aver energicamente dato voce, in questo libro, alla necessaria protesta. 
Schooyans ci mostra come la concezione dei diritti dell'uomo che caratterizza l'epoca moderna, e che è così importante e così positiva sotto numerosi aspetti, risenta sin dalla sua nascita del fatto di essere fondata unicamente sull'uomo e di conseguenza sulla sua capacità e volontà di far si che questi diritti vengano universalmente riconosciuti. 
All'inizio, il riflesso della luminosa immagine cristiana dell'uomo ha protetto l'universalità dei diritti; ora, man mano che questa immagine viene meno, nascono nuovi interrogativi. 
Come possono essere rispettati e promossi i diritti dei più poveri quando il nostro concetto di uomo si fonda così spesso, come dice l'autore, "sulla gelosia, l'angoscia, la paura e persino l'odio"? "Come può un'ideologia lugubre, che raccomanda la sterilizzazione, l'aborto, la contraccezione sistematica e persino l'eutanasia come prezzo di un pansessualismo sfrenato, restituire agli uomini la gioia di vivere e la gioia di amare?" (capitolo VI).
È a questo punto che deve emergere chiaramente ciò che di positivo il cristiano può offrire nella lotta per la storia futura. 
Non è infatti sufficiente che egli opponga l'escatologia all'ideologia che è alla base delle costruzioni "postmoderne" dell'avvenire. 
È ovvio che deve fare anche questo, e deve farlo in maniera risoluta: a questo riguardo, infatti, la voce dei cristiani si è fatta negli ultimi decenni sicuramente troppo debole e troppo timida. 
L'uomo, nella sua vita terrena, è "una canna al vento" che rimane priva di significato se distoglie lo sguardo dalla vita eterna. 
Lo stesso vale per la storia nel complesso. 
In questo senso, il richiamo alla vita eterna, se fatto in maniera corretta, non si presenta mai come una fuga. Esso da semplicemente all'esistenza terrena la sua responsabilità, la sua grandezza e la sua dignità. Tuttavia, queste ripercussioni sul "significato della vita terrena" devono essere articolate.
E' chiaro che la storia non deve mai essere semplicemente ridotta al silenzio: non è possibile, non è permesso ridurre al silenzio la libertà. E’ l'illusione delle utopie.
Non si può imporre al domani modelli di oggi, che domani saranno i modelli di ieri. 
È tuttavia necessario gettare le basi di un cammino verso il futuro, di un superamento comune delle nuove sfide lanciate dalla storia. 
Nella seconda e terza parte del suo libro, Michel Schooyans fa proprio questo: in contrasto con la nuova antropologia, propone innanzitutto i tratti fondamentali dell'immagine cristiana dell'uomo, per applicarli poi in maniera concreta ai grandi problemi del futuro ordine mondiale (in modo particolare nei capitoli X-XII). 
Fornisce in questo modo un contenuto concreto, politicamente realistico e realizzabile, all'idea, così spesso espressa dal Papa, di una "civiltà dell'amore".
Per questo, il libro di Michel Schooyans entra nel vivo delle grandi sfide del presente momento storico con vivacità e grande competenza. 
C'è da sperare che molte persone di diversi orientamenti lo leggano, che esso susciti una vivace discussione, contribuendo in questo modo a preparare il futuro sulla base di modelli degni della dignità dell'uomo e capaci di assicurare anche la dignità di coloro che non sono in grado di difendersi da soli.
Roma, 25 aprile 1997
Joseph Card. Ratzinger

fonte: http://fruimex.blogspot.it/2012/11/aver-letto-schooyans-10-anni-orsono-mi.html

Tesi simili sono contenute anche nel LEXICON, redatto dal Pontificio consiglio della famiglia di cui faceva parte card. BERGOGLIO.

"Lexicon. Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche"
 link a LEXICON