venerdì 25 gennaio 2013

Radiovaticana e la legge del "vedremo"

specola vaticana - Castel Gandolfo






Leggo sul web, da "105 live" un recente post di radiovaticana sulla crisi della famiglia. La riporto in calce.
Radiovaticana richiama uno dei concetti più vicini alla dottrina cattolica, dichiaranndo che uno dei  problemi  "più duri e dolorosi" dei separati è l'esclusione dalla Comunione. Parimenti dichiara che la Chiesa è vicina alle esigenze dottrinali dei fedeli. E le parole di vicinanza abbondano: percorso, viaggio, accoglienza, fiducia, condivisione, ascolto, preghiera.
 Partecipazione degli adulti, che agiscono attivamente in pastorale, verso altri adulti, che magari si sono riavvicinati alla Chiesa proprio perchè sconfitti dal Mondo. Un Mondo fatto di un diritto di famiglia non applicato, di una legge mal interpretata, di una prassi giudiziaria discitibile. Di figli di genitori cattolici a cui non viene data la possibilità di vivere in maniera vbilanciata con i genitori.
Anche le concrete  attività di vicinanza, accoglienza, fiducia, condivisione, ascolto, preghiera non mancano, come l'iniziativa della Caritas denomianta "Nonno Mario", con la creazione delle camere ad ore o a giorni dove i padri separati possano fare i padri, incontrando i figli in un contesto dignitoso, come normalmente dovrebbe avvenire e come forse avveniva prima della separazione. Cinque euro a giornata, dieci se c' è il pernottamento.
Da radiovaticana una sventagliata, una lista di necessità imcombenti:
"servono strumenti specifici, teologici, spirituali, giuridici e psicologici, per aiutare davvero queste persone".
La Chiesa si china e si inchina davanti al dolore di chi è separato, affinchè non si senta escluso, affinchè si senta parte della Chiesa. 

L'accoglienza nutre l'anima  del calore umano necessario a sperare. L'accoglienza diventa l'ambito in cui si tocca realmente la presenza della fede. L'accoglienza diventa fisicamente carità.

Mi sento quasi commosso da tanto inchinarsi, da tanta accoglienza di fronte alle necessità dei separati.
Molto abbiamo da operare, specie in condizioni di emergenza sociale, di crisi galoppante, di freddo istituzionale. C'è da sentirsi rassicurati da chi ci indica la strada, da chi ci suggerisce un percorso, da chi si china sugli errori, nostri o altrui, o semplicemente da malfunzionamenti istituzionali o relazionali che ci hanno imposto una forzosa sosta di riflessione nella vita, nella speranza che tutto riparta.

Ho però il timore che ci si stia concentrando sugli effetti delle separazioni delle famiglie e non sulle cause, sugli effetti di cui sono vittima i genitori separti e, in primis,  i loro figli, piuttosto che sulle cause che generano discriminazioni, allontanamenti.
 Sono cause note, spaziano dal pregiudizio di genere, alla cattiva prassi giuridica, alle strumentalizzazione delle  perizie, alla disapplicazione del diritto vigente.  
Cause tanto più forti e irradicate quanto più sono taciute.
Ben vengano gli sforzi, per chiarire questioni dottrinali, alleviare il dolore, la sofferenza, l'esclusione, ma ben altro si potrebbe fare per rimuovere le cause, note, che ne sono origine.
Scrive Neale Donald Walsch (Conversazioni con Dio)

"La mia legge è una legge di causa ed effetto, non la legge del «vedremo»"

Sarebbe davvero il colmo se, dopo quarant'anni dalla legge sul divorzio, i timidi riferimenti ai problemi delle famiglie in crisi avessero l'effetto di ridurre i sintomi e di non curare le cause.
Sarebbe davvero il colmo, perchè il mondo laico è più che attento e propositivo, da più parti provengono istanze e proposte che mettono al centro l'importanza della famiglia, anche se separata.
Sarebbe davvero il colmo se si continuasse a suonare il mantra dell' "accogliamo" ma per il resto, per l'oggi dei nostri figli, si procrastinasse tutto al domani con un "vedremo".

 
Fonte:
http://it.radiovaticana.va/105/Articolo.asp?c=658753
notizia del 1.24.2013


L'idea è nata da una richiesta concreta di un maestro d'asilo di un istituto religioso che chiedeva aiuto per gestire le situazioni delle famiglie in crisi. Poi, nel giugno del 2012, le parole di Benedetto XVI all'Incontro mondiale delle famiglie di Milano, con l'invito alle diocesi ad accogliere le famiglie segnate da esperienze di fallimento, sono state per noi una benedizione e ci hanno fatto capire di essere sulla strada giusta". Adria Vattuone, dell'organizzazione "Crescere in famiglia" (Regnum Christi- Legionari di Cristo), racconta così l'ideazione del primo corso universitario di formazione in "Pastorale delle famiglie in situazione di convivenza, separazione e divorzio", che parte a febbraio presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, con il patrocinio del Pontificio Consiglio per la famiglia. "Noi che siamo in frontiera ogni giorno, a contatto con famiglie che vivono queste esperienze - racconta p. Paolo Maiello ofm, parroco della Chiesa di Gregorio VII e docente al corso - sappiamo che oltre all'ascolto servono strumenti specifici, teologici, spirituali, giuridici e psicologici, per aiutare davvero queste persone". "Ogni caso è una storia a sé, ma l'atteggiamento evengelico che ci deve contraddistinguere è quello di accogliere, farsi compagni di viaggio. Aiutare a superare la rabbia, la frustrazione nei confronti della Chiesa per l'esclusione dall'Eucaristia, per creare fiducia e poi avviare un percorso per ritrovare l'incontro con Cristo, senza un atteggiamento di condanna o giudizio". "Il Magistero della Chiesa ci ha dato negli anni degli orientamenti per affrontare questi casi - spiega p. Michael Ryan L.C., docente di teologia-pastorale - ma non sono conosciuti a sufficienza e noi non facciamo abbastanza per diffonderli. La Chiesa ci dice che queste persone non debbono sentirsi escluse, ma poi nella pratica bisogna agire in un certo modo per realizzare questo obiettivo. Dobbiamo anche far capire la parte più dura e dolorosa della dottrina, come l'esclusione dalla Comunione, aiutando le persone a considerare, come ci chiede il Papa, la loro sofferenza un modo per sentirsi parte della Chiesa, uniti a Cristo attraverso di essa". Per info. sul corso www.crescereinfamiglia.it (A cura di Fabio Colagrande)
 


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